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Lo scorso 10 marzo, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta e i Segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), hanno sottoscritto il Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Pubblichiamo le considerazioni della collega Livia Veltre che ringraziamo:
 
È stato sottoscritto da CGIL CISL e UIL e dal Governo il "Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale".

Il Presidente del Consiglio si è impegnato a fare dei servizi pubblici una priorità per il Paese, mettendo al centro il fondamentale ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. Il Governo ha riconosciuto l'importanza di investire sul personale attraverso tre leve fondamentali: le assunzioni di nuovo personale, la formazione e valorizzazione di lavoratrici e lavoratori, il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Importanti novità, quindi, anche relativamente alla formazione e "aggiornamento continuo delle competenze dei dipendenti pubblici", visti come forma di investimento e non come costo, diventando un diritto esigibile per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori: "le attività formative devono essere considerate attività lavorative"; diritto alla formazione specifica tramite percorsi di crescita e aggiornamento professionale.

"Dovranno essere sviluppati strumenti volti alla ricognizione dei titoli, delle competenze e delle abilità del personale già in servizio per il quale il Governo si impegna, previo confronto, a individuare modalità di riconoscimento formale delle competenze e delle esperienze acquisite"

"La formazione continua dovrà avere valore per le persone e per l'Amministrazione. Per questo scopo bisognerà utilizzare i migliori percorsi formativi disponibili, adattivi alle persone, certificati."

"Ogni pubblico dipendente dovrà essere titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione: sarà il diritto più importante a sentirsi protagonista del cambiamento che al contempo costituirà una valorizzazione dell'immagine sociale dello Stato e dei suoi lavoratori e lavoratrici e la contrattazione dovrà prevederne l'esigibilità."

Cruciale in tale ambito, è quanto concordato al punto 4 del patto: "La formazione e la riqualificazione del personale deve assumere centralità quale diritto soggettivo del dipendente pubblico e rango di investimento organizzativo necessario e variabile strategica non assimilabile a mera voce di costo nell'ambito delle politiche relative al lavoro pubblico. In particolare va ribadito che le attività di apprendimento e di formazione devono essere considerate a ogni effetto come attività lavorative. Si assume, quindi, l'impegno a definire, previo confronto, politiche formative di ampio respiro in grado di rispondere alle mutate esigenze delle Amministrazioni Pubbliche, garantendo percorsi formativi specifici a tutto il personale con particolare riferimento al miglioramento delle competenze informatiche e digitale e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale".

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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