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 I Sindaci riconsegnano la delega in materia di anagrafe e stato civile
L'ANCI ha scelto questa simbolica iniziativa per la giornata nazionale di protesta
contro i tagli ai comuni, indetta per il 15 settembre

 
di Romano Minardi
 
 
Se è vero che le istituzioni si sono finalmente accorte dell'esistenza dei Servizi Demografici, allora la crisi che sta investendo il nostro Paese, insieme a tutta l'Europa e non solo, deve essere davvero grave!
Apprendiamo che il Comitato Direttivo dell'Anci ha deciso di indire una giornata nazionale di protesta contro la manovra del Governo e contro la "mortificazione della dignità dei comuni italiani" ai quali, oltre alla riduzione delle risorse necessarie per garantire i servizi, anche quelli essenziali, viene, di fatto, eliminata ogni forma di autonomia.
La forma scelta per questa protesta consisterà nella simbolica riconsegna allo Stato, da parte dei sindaci, della delega in materia di Anagrafe e Stato Civile. 
ANUSCA, che rappresenta da oltre trent'anni gli operatori dei servizi comunali certamente più importanti ed essenziali non solo  per i cittadini e le loro famiglie ma per l'intera organizzazione dello Stato, non può che condividere le forti preoccupazioni dei Sindaci per il futuro delle comunità locali e per la certezza di dover operare tagli significativi ai servizi, nella consapevolezza che ciò significa  rinunciare ad ogni possibilità di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Ci sentiamo, quindi, favorevolmente partecipi dell'iniziativa, ma, al contempo, non possiamo negare di essere anche molto sorpresi da questo improvviso  interesse manifestato dall'Anci e dai Sindaci nei confronti dei Servizi Demografici che, tutti sappiamo, essere stati inspiegabilmente e colpevolmente trascurati, quasi dimenticati, dalle amministrazioni locali, ormai da moltissimi anni.
Quante volte e con quanta determinazione ANUSCA ha rivendicato il ruolo e la funzione essenziale dei servizi demografici per la qualità della vita delle comunità locali e per la semplificazione dell'organizzazione  amministrativa della Pubblica Amministrazione?
Quante battaglie hanno  sostenuto gli ufficiali d'anagrafe, di stato civile ed elettorale per cercare di affermare la loro indiscussa professionalità e l'importanza della loro funzione?
Eppure, malgrado le innumerevoli difficoltà e incomprensioni, possiamo dire, con orgoglio, che ANUSCA ha sempre ottenuto dagli organi ministeriali grande attenzione e anche importanti riconoscimenti economici che sono andati a totale beneficio degli operatori demografici e delle amministrazioni comunali. E' mancata, tuttavia, quella spinta e quella determinazione da parte dei rappresentanti delle amministrazioni comunali che, in tempi economicamente più favorevoli per le casse dello Stato, avrebbero, forse, consentito di raggiungere il giusto riconoscimento di servizi che la Costituzione affida alla competenza esclusiva dello Stato, ma che sono gestiti dai comuni a spese del bilancio comunale e per i quali anche lo Stato dovrebbe assicurare adeguate  risorse.
E' auspicabile che  questa sia l'occasione giusta per spingere i Sindaci a chiedere che lo Stato, con la massima trasparenza, assicuri la funzionalità e l'efficienza di questi servizi che sono di sua competenza,  attraverso il trasferimento di  risorse adeguate. 
Nel contempo, ci rendiamo interpreti della comprensibile diffidenza degli operatori demografici, preoccupati che questa iniziativa non sia solo  una strumentalizzazione di servizi che, a dispetto del loro lungo percorso,  legano  con un filo indistruttibile la storia del nostro Paese ben oltre i 150 anni dalla sua nascita e stanno dimostrando tutta la loro modernità, la loro capacità di interpretare ogni nuova esigenza dei cittadini, italiani e stranieri, sempre in linea con le più moderne tecnologie informatiche, aperti ad ogni innovazione e ad ogni trasferimento di competenze dalle Amministrazioni dello Stato ai comuni.
Questo spirito di leale collaborazione istituzionale, da parte dei Servizi Demografici non è mai venuto meno e continuerà ad esserci; condividiamo, quindi, l'auspicio espresso dai Sindaci che anche lo Stato faccia la sua parte nell'interesse comune.