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Non sono soggette al trattamento IVA le somme percepite da un comune per i matrimoni civili celebrati fuori dell'orario d'ufficio o in una sede comunale staccata dal municipio. E' quanto ha stabilito l'Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 236 del 23 agosto scorso, in risposta ad un quesito sottoposto da un comune che, per consentire la celebrazione del matrimonio, aveva chiesto il pagamento di una somma di denaro, determinata in modo forfettario, per i maggiori costi sostenuti (personale, pulizie, consumo energia), e riscossa a titolo di rimborso spese.Secondo quanto afferma l'Agenzia, il Comune nel permettere la celebrazione del matrimonio civile fuori dall'orario d'ufficio ovvero nel consentire l'utilizzo di immobili diversi da quelli ordinariamente adibiti all'esercizio della funzione a fronte del pagamento di somme di denaro "non necessariamente pone in essere prestazioni distinte ed ulteriori rispetto alle funzioni pubblicistiche relative alla celebrazione dei matrimoni civili, ricomprese nel servizio di stato Civile". A tale proposito la risoluzione ricorda che il presupposto soggettivo dell'imposta sul valore aggiunto ricorre nei casi in cui l'attivitą sia svolta in forma d'impresa ovvero avvalendosi di specifica organizzazione. Mentre nel caso sottoposto all'esame "le prestazioni rese in connessione con la funzione istituzionale, mediante utilizzo di immobili di pregio di proprietą del Comune e in orario diverso da quello d'ufficio, non sembrano assumere autonoma rilevanza rispetto alla prestazione principale cosģ da realizzare i presupposti dell'assoggettamento al tributo". Si tratta in sostanza di attivitą istituzionali 'oggettivamente non commerciali': da qui l'esenzione dal trattamento IVA per le somme percepite.