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MATRIMONI SAME SEX: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
di Lorella Capezzali (esperta ANUSCA)

La Corte di Cassazione, per ora, mette la parola fine all'annosa questione della trascrizione dei matrimoni same sex dall'estero quando almeno una delle parti è cittadino italiano che produrrà solamente gli effetti dell'unione civile.

La Prima sezione civile della Suprema Corte, con la sentenza n. 11696/2018 depositata il 14/05/2018, ha respinto il ricorso presentato da una coppia same sex (uno dei soggetti è cittadino straniero), contro la  decisione della Corte d'appello di Milano che aveva rifiutato la trascrizione del matrimonio celebrato in Brasile nel 2012 e poi in Portogallo nel 2013, quale matrimonio e non quale unione civile ai sensi della L. 76/2016 e dei relativi decreti legislativi.

La Suprema Corte stabilisce che non possono essere trascritti i matrimoni celebrati all'estero tra un cittadino italiano e uno straniero, come tali, ma come unioni civili ai sensi dell'art. l'art. 32 bis alla Legge n. 218/1995 che prevede che il matrimonio contratto all'estero da cittadini italiani con persona dello stesso sesso, produce gli effetti dell'unione civile regolata dalla legge italiana, assicurando comunque tutela giuridica al legame di coppia attraverso un istituto giuridico diverso dal matrimonio scelto dal legislatore italiano.

Si riafferma pertanto che la trascrizione del matrimonio avverrà nel registro delle unioni civili, a norma dell'art. 63, comma 2, lett. c) e c-bis) del d.P.R. 396/2000, e dell'art. 134-bis, comma 3, lett. a) del r.d. 1238/1939 e non nel registro dei matrimoni come richiesto dagli interessati e gli effetti saranno quelli dell'unione civile che, come tale, dovrà essere annotata e certificata.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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